All’Oms si discute se distruggere definitivamente i campioni di virus rimasti.
Trentacinque anni fa, grazie ad un’azione collettiva della comunità globale e alla vaccinazione di massa, è stato raggiunto uno dei più significativi obiettivi di sanità pubblica: l’eradicazione del virus del vaiolo. Il virus attualmente è conservato in due laboratori autorizzati, uno russo e uno statunitense. Nelle prossime settimane l’Assemblea mondiale della sanità, organo legislativo dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), discuterà se distruggere definitivamente il virus o conservarlo per proseguire la ricerca scientifica.
Secondo gli articoli pubblicati su Plos pathogens e Lancet da due gruppi di ricercatori, i tempi non sarebbero ancora maturi per la distruzione dei campioni. La conservazione potrebbe permettere lo sviluppo di nuovi strumenti diagnostici, farmaci antivirali e vaccini a tutela da un ipotetico ritorno del virus.
Sono stati prodotti due farmaci antivirali, ma non sono ancora stati approvati negli Stati Uniti, e sono già stati osservati dei fenomeni di resistenza alla loro azione da parte del virus. Inoltre sono costosi, il che limita la possibilità di utilizzo nei Paesi in via di sviluppo. Anche il vaccino richiede un ulteriore perfezionamento per essere efficace anche verso virus “simili”, di origine animale o laboratoristica.
Per gli scienziati, quindi, il virus del vaiolo avrebbe ancora qualcosa da offrire alla ricerca biomedica, prima di chiudere definitivamente il capitolo che lo riguarda.
PA/AF
Un’immagine del virus del vaiolo tratta dall’articolo del Lancet.