HPV - Human Papilloma Virus

Il papilloma virus umano o HPV (Human Papilloma Virus) è un virus appartenente al gruppo dei Papillomaviridae. Le infezioni da HPV sono estremamente diffuse nella popolazione e la via di trasmissione è il contatto diretto, generalmente sessuale, con una persona infetta. Si è osservata una fortissima correlazione tra cancro della cervice e infezione pregressa da HPV al punto che si è dimostrato che prevenendo l’infezione, si abbattono i tassi di cancro nelle coorti vaccinate.

Epidemiologia

Si stima che fino all’80% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della propria vita con un virus HPV di qualunque tipo e che oltre il 50% si infetti con un tipo ad alto rischio oncogeno. Fortunatamente, la maggioranza delle donne con infezione da HPV non si ammala di tumore. Senza dubbio però, il carcinoma della cervice uterina è la lesione più temibile tra quelle associate all’infezione da HPV, per gravità e frequenza. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), esso è il quarto tumore più frequente nel sesso femminile, con circa 570.000 nuovi casi nel 2018 e più di 311.000 decessi nel mondo ogni anno (7.5% di tutte le morti femminili per cancro), ed è il primo tumore riconosciuto dall’OMS come totalmente riconducibile ad un’infezione. In Italia nel 2020 si sono stimate circa 2400 nuove diagnosi (1,3% di tutti i tumori incidenti nelle donne), con una frequenza aumentata nella fascia d’età giovanile (4% dei casi, quinta neoplasia più frequente).

Vie di trasmissione

Tra le Malattie a Trasmissione Sessuale (MTS) l’HPV rappresenta l’infezione che si manifesta con più frequenza, soprattutto nelle fasce d’età più giovani della popolazione (in particolare fino a 25 anni), in coloro che hanno più partner sessuali e nelle giovani donne sessualmente attive. Il momento in cui l’infezione ha il suo massimo picco è nei periodi subito successivi all’inizio dell’attività sessuale (per entrambi i sessi). L’uso del condom non elimina totalmente il rischio di infezione dal momento che il virus infetta spesso anche la cute non protetta dal profilattico.

Segni, sintomi e complicanze

Nella maggior parte dei casi l’infezione è transitoria e asintomatica e il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare un effetto patogeno. Tuttavia, l’infezione da HPV può esitare in una malattia virale persistente che si manifesta con una varietà di lesioni della pelle e delle mucose.

Sono stati identificati più di 100 tipi di HPV (noti come sierotipi), la maggior parte dei quali causa lesioni come le verruche comuni, che spesso si trovano a livello delle mani e dei piedi. Circa 40 tipi di HPV infettano invece le mucose, in particolar modo quelle genitali, causando le verruche veneree, note anche come condilomi acuminati o creste di gallo. Queste lesioni possono essere piatte, papulari o penducolate e, solitamente, si localizzano a livello dell’apertura del canale vaginale, del prepuzio (in caso di pene non circonciso) o a livello dell’asta del pene (in caso di circoncisione). Altre localizzazioni possono essere a livello dell’epitelio anogenitale (perineo, zona perianale, cute, ano, scroto ecc..). I condilomi sono generalmente asintomatici; se presenti, i sintomi si configurano solitamente con dolore o prurito e sono dipendenti dalla localizzazione delle lesioni.

Alcune lesioni possono invece evolvere verso gravi forme neoplastiche. Per questo motivo i sierotipi di HPV che infettano le mucose vengono suddivisi in due categorie:

  • a basso rischio (non-oncogeni): causano lesioni genitali benigne con basso rischio di trasformazione maligna; i più comuni sono il sierotipo 6 e l’11, che da soli sono responsabili di circa il 90% delle verruche veneree.
  • ad alto rischio (oncogeni): causano lesioni genitali con alto rischio di trasformazione maligna; i più comuni sono il sierotipo 16 e il 18 che, insieme, sono responsabili di circa il 70% dei tumori della cervice uterina, oltre che di altri tumori della regione ano-genitale.

Il tumore più comunemente associato ad HPV è il carcinoma della cervice uterina, noto anche come “carcinoma cervicale” o “carcinoma del collo dell’utero”. Tuttavia, a seguito di infezione con sierotipi oncogeni di HPV, possono verificarsi anche altre forme di neoplasia maligna a livello genitale (vulva, vagina, pene), nell’area ano-rettale e nell'orofaringe. Inoltre, alcuni tipi di HPV possono infettare anche le vie respiratorie causando quadri come la papillomatosi laringea.

I sintomi di questo tipo di neoplasia non sono tipicamente caratteristici e possono includere, ad esempio: sanguinamenti irregolari tra le mestruazioni (nelle donne in età riproduttiva) o postmenopausali, sanguinamenti e/o dolore durante e/o dopo rapporti sessuali, dolori durante la minzione e aumento delle perdite vaginali (che a volte risultano essere maleodoranti). Nelle forme più avanzate, i sintomi diventano più severi e possono includere anche perdita dell’appetito e di peso, affaticamento e dolore a schiena (specie nella parte bassa), gambe o pelvi.

Terapia

Attualmente non esistono farmaci per curare l'infezione da HPV. Per fortuna, nella maggior parte dei casi, l'infezione si risolve spontaneamente. Qualora dovessero esserci sintomi, il trattamento sarà diverso a seconda del tipo di lesione.

Per quanto riguarda i condilomi acuminati, il trattamento consiste nella risoluzione dei sintomi associati, se presenti, e nella rimozione della/e lesione/i (meccanica o con trattamento locale). Se non trattate le lesioni possono aumentare di numero/dimensioni, restare invariate o risolversi spontaneamente.

In caso di riscontro di lesioni precancerose il trattamento consiste nella rimozione (tramite procedure chirurgiche o laserterapia, a seconda dell’estensione).

In ultimo, considerando invece il carcinoma della cervice uterina, il trattamento è strettamente dipendente dallo stadio in cui il tumore viene diagnosticato e può prevedere (anche in associazione) chirurgia, chemioterapia e/o radioterapia. La palliazione assume un ruolo fondamentale in quelle lesioni la cui estensione è eccessivamente avanzata per consentire un trattamento curativo.

Prevenzione

La prevenzione si può attuare in diverse maniere, prima fra tutte attraverso lo screening per cui attualmente esistono due metodiche:

  • Il Pap-test (o esame citologico cervico-vaginale): consiste in un prelievo di cellule della superficie del collo e del canale cervicale dell’utero ed è raccomandato ogni tre anni per le donne tra 25 e 64 anni; questo esame consente di individuare e di trattare precocemente le atipie cellulari che precedono il cancro della cervice uterina.
  • Il Test per il Papilloma Virus (HPV-DNA test) si basa sulla ricerca dell’infezione ad alto rischio e viene offerto ogni 5 anni alle donne tra i 30 e i 64 anni.

Inoltre, di fondamentale importanza, è la vaccinazione, per la quale il dodicesimo anno di vita rappresenta l’età preferibile per l’offerta attiva (sia per i maschi sia per le femmine). Per ulteriori approfondimenti riguardanti la vaccinazione si rimanda all’apposita sezione (https://www.vaccinarsi.org/scienza-conoscenza/vacc...)

Gravidanza

La gravidanza si può associare a un aumento di numero e dimensione dei condilomi che, specie se molto grandi, possono frammentarsi e determinare sanguinamenti. Inoltre, è possibile che l’infezione da HPV venga trasmessa anche al neonato al momento del parto. Nel neonato l’infezione da HPV, generalmente causata dai sierotipi 6 ed 11, può provocare la papillomatosi respiratoria ricorrente o la papillomatosi laringea giovanile che in genere si manifesta entro il quinto anno di età.

L’aumento dell’età media della prima gravidanza, compresa oggi tra i 25 ed i 35 anni, ha determinato in questi ultimi anni un incremento dei casi di patologia neoplastica diagnosticata in questo periodo. Fino a pochi anni fa, questo tipo di patologia rimaneva quasi misconosciuta, mentre oggi si tratta di un’evenienza clinica che si osserva nello 0.03% -1% dei casi con valori fino all’1.3% per le lesioni pre-neoplastiche della cervice uterina. Ogni donna all’inizio della gravidanza, nel caso in cui non abbia eseguito un Pap-test con esito negativo come da programma di screening, dovrebbe essere sottoposta a questo tipo di valutazione (preferibilmente nel corso del primo trimestre di gestazione per permettere un approccio più ottimale). La gravidanza non determina un aggravamento delle lesioni displastiche della cervice e, infatti, la sola indicazione alla rimozione delle lesioni in gravidanza (mediante un processo definito “conizzazione”) è il sospetto di carcinoma invasivo preclinico. In tutti gli altri casi, la rimozione delle lesioni displastiche viene rimandata a 6-12 settimane dopo il parto.

Fonti / Bibliografia