Obbligo vaccinale: ecco perchè la proposta dell'Emilia-Romagna può essere un’opportunità

La recente proposta della Regione Emilia-Romagna sull’obbligo di certificazione per l’ammissione agli asili (che è stata oggetto anche di un sondaggio tra i soci SItI pubblicato sullo scorso numero di Igienisti on-line) ha stimolato un dibattito che ha raggiunto toni anche molto accesi all’interno della Società. La libertà di pensiero in ambito societario è un elemento positivo, fatta salva la necessità, non sempre rispettata nei giorni scorsi, di evitare accuse e discredito nei confronti di chi la pensa diversamente. Da assertori di una sostanziale inutilità dell’obbligo per le vaccinazioni dell’infanzia, dobbiamo però esprimere attenzione e apprezzamento del tentativo che l’iniziativa della Regione Emilia-Romagna rappresenta per i seguenti motivi:
1. Quello di cui si parla è un filtro obbligatorio che le autorità sanitarie, insieme alle autorità scolastiche, dovranno mettere in atto. In questo modo si recupereranno certamente gli inadempienti per “pigrizia”. Chi è fortemente convinto a non vaccinarsi (non più del 5%) continuerà a non esserlo.
2. Iniziative di questo genere esistono già in molti paesi industrializzati, dagli Stati Uniti (dove il dissenso motivato da ragioni religiose e filosofiche è ormai in fase di abolizione in molti stati, per cui se non ti vaccini non vai a scuola), alla Germania, dove una survey obbligatoria prima dell’ingresso nelle scuole primarie individua i soggetti non vaccinati e ne consente il recupero; per non parlare dell’Australia, che ha recentemente ritirato i benefit assicurativi alle famiglie dei bambini non vaccinati.
3. E’ certamente vero che la vaccinazione con il più alto grado di priorità per un aumento delle coperture (MPR) non è tra quelle richieste, ma riteniamo che sia da verificare un possibile effetto-trascinamento della verifica sulle vaccinazioni obbligatorie anche nei confronti di quelle fortemente raccomandate; e del resto c’è bisogno di valutare senza preclusioni tutte le misure possibili per fermare un’emorragia costante per tutte le coperture, come previsto dal nuovo PNPV.
4. Non dimentichiamo che - in un'ipocrisia tutta nostrana - in Italia l’obbligo vaccinale ancora esiste. Quindi qui si tratta di verificare, prima dell’ingresso negli asili, se le leggi dello Stato sono state rispettate oppure no. Se il modello funziona, si potrebbe pensare come ad una valida alternativa alle leggi sull’obbligo.

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