Una “lezione” dalla disinformazione

A volte decisioni importanti, come vaccinare o meno il proprio figlio, sono prese basandosi solo sulla disinformazione. Cambiare mentalità, però, è possibile...

Vi vorrei raccontare la mia prima esperienza riguardo alle vaccinazioni, che risale a 17 anni fa. Quando mio figlio aveva circa un anno, ho comprato il libro Come crescere un bambino sano, nonostante il medico del pediatra Mendelsohn (contrario alle vaccinazioni; dico "era" perché è morto).

Tre cose mi sono rimaste impresse: lo stupore che ho provato nel vedere i grafici che "dimostravano" che le malattie erano già diminuite prima della vaccinazioni, l'orrore di aver permesso che a mio figlio fossero state iniettate sostanze tossiche senza poter più tornare indietro nel tempo, e il dubbio che mi è venuto: «Ma perché l'Organizzazione mondiale della sanità è così fortemente a favore dell'allattamento, masi esprime contro l'industria del latte artificiale, ed è fortemente a favore delle vaccinazioni?»

Non era logico, e forse questo pensiero fu il sassolino nella scarpa che poi, con il tempo, mi fece capire che il libro (che avevo addirittura prestato a qualcuno, perché mi era piaciuto, e non ho mai più rivisto) conteneva pura disinformazione.

A suo tempo avevo anche intenzione di fare una copia della copertina e di chiedere all'asilo nido di metterlo in bacheca (o forse l'ho addirittura fatto, non me lo ricordo più… sono passati 17 anni). Ero proprio convinta che fosse un libro eccezionale.

A seguito della lettura del libro - prima che quel sassolino avesse effetto - avevo preso una decisione: non avrei permesso che mio figlio venisse vaccinato contro morbillo, rosolia e parotite. Ho detto al pediatra che avrei rimandato la vaccinazione fino all'adolescenza, per permettergli di ammalarsi di queste malattie. Solo nel caso in cui non le avesse poi ancora contratte, lo avrei fatto vaccinare.

Il pediatra mi ha però fortemente consigliato di fare almeno il vaccino contro il morbillo, perché non è affatto una malattia da sottovalutare. Infatti, secondo lui si dovrebbe chiamare “morbone”. Mi sono fidata del suo consiglio e ho fatto vaccinare mio figlio, ma solo contro il morbillo.

Anni dopo, nel 2002, quando ho cominciato a interessarmi e approfondire per bene la tematica dei vaccini, mi sono accorta di aver preso una decisione così importante basandomi solo su pura disinformazione. Mi volevo schiaffeggiare e mi vergognavo non poco. Ho subito preso un appuntamento per la seconda dose del vaccino Mpr (anche per parotite e rosolia sono raccomandate due dosi). Per questo, mio figlio è stato vaccinato tre volte contro il morbillo.

È così che si può cambiare: basta avere la volontà e la testardaggine di informarsi bene, da fonti affidabili, e non rimanere in superficie, credendo ciecamente a tutto quello che viene proposto. Quel breve capitolo della mia vita mi è stato di lezione.

Ulrike Schmidleithner cura, dal 2009, il blog di informazione sulle vaccinazioni http://vaccinarsi.blogspot.it ed è nel comitato scientifico di vaccinarsi.org. Pur non essendo medico, da anni è impegnata a documentarsi su vaccini e malattie infettive, e a contrastare la disinformazione.