La varicella si è presa la vita di mio figlio, Christopher

«Bambini innocenti e adulti che, a causa delle persone con cui entrano in contatto nella vita di tutti i giorni, rischiano di morire se esposti a malattie che potrebbero essere prevenute».

Ho vissuto il peggior incubo di qualsiasi genitore. Non esiste niente, al mondo, che possa essere paragonato all’orrore e alla desolazione della perdita di un figlio. Restano soltanto sogni distrutti, desideri infranti, e un futuro che improvvisamente svanisce davanti ai tuoi occhi. È una consapevolezza che non si può allontanare; non ci si può dormire sopra, non si può pregare o implorare che scompaia.

È oscurità, agonia e shock. Lascia il tuo cuore spezzato, sanguinante e squarciato dal dolore; e ti cambia per sempre.

La mia vita è cambiata per sempre il 30 giugno 1988 quando ho assistito impotente alla morte del mio primogenito, Christopher Aaron Chinnes, all’età di 12 anni, a causa di una malattia infettiva.

Christopher era un bellissimo bambino dai capelli biondi, e gli occhi color marrone scuro. Era pieno di vita, di energia e di simpatia. Amava il baseball e ogni creatura vivente sulla Terra. Sognava di diventare uno scienziato, o un dottore. Posso affermare con sincerità che mio figlio era una delle persone più belle che abbia mai conosciuto, e sono fiera di essere stata sua madre.

Christopher è nato in perfetta salute, ma a otto anni ha contratto l’asma. Non è mai stato un problema per lui, e non gli ha impedito di fare tutto ciò che voleva. Ma, il 16 giugno 1988, quattro anni dopo la diagnosi, ha avuto il suo primo e unico attacco. È stato ricoverato in ospedale e trattato con tutti i farmaci che vengono normalmente prescritti in questi casi, inclusi i corticosteroidi (farmaci utilizzati per la terapia dell’asma, dell’artrite, delle allergie, ecc.). È stato dimesso dopo quattro giorni, con alcune terapie da concludere a casa, ed era sulla strada della guarigione. Il 23 giugno, esattamente una settimana dopo l’attacco d’asma, ha contratto la varicella. «Non preoccuparti, la supererai», gli dicevo. Quello che non sapevo era che i corticosteroidi avevano abbassato le sue difese immunitarie, e che lui non poteva combattere la malattia. La varicella iniziò a diffondersi senza freni nel suo giovane corpo. Mentre lo accompagnavo al pronto soccorso, il 27 giugno, i miei quattro figli più piccoli videro, in silenzio e con orrore, il loro fratello avere un attacco epilettico, perdere la vista, diventare grigio e perdere coscienza a causa di un’emorragia al cervello. Quel pomeriggio, Christopher venne trasferito dall’ospedale navale di Camp Lejuene del centro medico dell’Università dell’East Carolina, ma la varicella si stava diffondendo senza controllo, divampava come un incendio dentro di lui; non ci fu nulla da fare.

Il giorno dopo Christopher ebbe un arresto cardiaco e cadde in coma. Solo quando mio figlio era così gonfio da essere irriconoscibile e sanguinante da ogni parte, comprese le vescicole sulla sua pelle, venni a sapere che era disponibile un vaccino, ma che non era stato ancora autorizzato dall’Fda (l’ente governativo statunitense che si occupa di regolamentare i prodotti alimentari e farmaceutici, Ndt.), un vaccino che avrebbe risparmiato quell’inimmaginabile sofferenza a mio figlio e a tutti coloro che lo conoscevano.

Il 30 giugno 1988, esattamente una settimana dopo l’inizio della varicella, Christopher se ne andò. Era morto. Non era malato. Non c’era stato nulla da fare. Non era disabile. Era morto. Il mio piccolo, prezioso ragazzo, disteso su un freddo tavolo di metallo, gonfio all’inverosimile. Mi aveva lasciata, aveva abbandonato la vita. Non potrò mai più abbracciarlo, baciarlo, vedere il suo sorriso o sentire la sua risata mentre rincorre un pallone o una ranocchia.

Invece, faccio visita a una tomba. Il virus della varicella ha distrutto ogni organo del suo corpo e ha fatto a pezzi il cuore di ogni persona che ha assistito al suo supplizio.

Nessuno è certo di quale sia la dose di corticosteroidi che abbassa le difese individuali, e la maggior parte delle persone che assumono questi farmaci si ristabiliscono in caso di varicella. Comunque, non sapendolo per certo, chi li userebbe? Mai interrompere una cura a base di corticosteroidi all’improvviso! Questo farmaco va ridotto gradualmente. Chiedi informazioni al tuo medico, e non spaventarti, informati!

Spero di non aver dato l’impressione che solo gli immunodepressi possano avere problemi con la varicella. Può capitare a chiunque. Infatti, circa la metà delle persone che hanno complicazioni, o muoiono ogni anno a causa della varicella, sono persone sane e normali.

Ogni anno, i vaccini prevengono un gran numero di morti. Senza le vaccinazioni, il numero di persone che perderemmo sarebbe impressionante. Sì, purtroppo alcuni danni e morti si verificano proprio a causa dei vaccini; ma, sfortunatamente, corriamo gli stessi rischi con ogni singolo farmaco che assumiamo. Non abbiamo ancora raggiunto la perfezione, e non ci arriveremo mai. Ma dobbiamo ricordare che i benefici dei vaccini superano di gran lunga i rischi. In particolar modo per gli immunodepressi, com’era Christopher. Ci sono adulti e bambini innocenti che, a causa delle persone con cui entrano in contatto nella vita di tutti i giorni, rischiano di morire se esposti a quelle stesse malattie che, invece, potrebbero essere prevenute. Se tutti, intorno a loro, fossero vaccinati, sarebbero protetti. Raggiungere il maggior livello di protezione possibile è una responsabilità nei loro confronti, ma anche verso noi stessi come nazione. Dobbiamo vincere la guerra globale contro le malattie infettive, e i vaccini sono le nostre armi più potenti. Ma non possiamo vincere se non le usiamo. Lasciare anche solo una popolazione senza protezione, è come arrendersi a un nemico che si può sconfiggere. Non arrendiamoci mai!

Rebecca Cole è madre di Christopher, un adolescente di dodici anni. In seguito ad un attacco d’asma, viene curato con corticosteroidi. Una settimana dopo, contrae la varicella. La malattia si manifesta in forma particolarmente grave, perché i farmaci utilizzati per curare l’asma hanno abbassato le sue difese immunitarie. Il testo originale della storia si trova qui.