Una comunità con valori forti, il desiderio di una vita “naturale”: i vaccini sono in contrasto con tutto questo? Le parole di una mamma che diventano campagna vaccinale.
Katie Attwell è seduta in una stanza con altre mamme che hanno partorito in casa e allattano al seno, quando capisce che di dover lanciare la sua campagna per la salute pubblica.
Katie vive in una comunità del Western Australia, che alcuni potrebbero definire come “alternativa” o “hippy” (a seconda di chi usa i termini, queste etichette potrebbero essere prese come un blando insulto o motivo di vanto)
La sua è una comunità affiatata, con una forte identità, che condivide una buona parte di valori. Si incoraggia l’allattamento al seno, si preferisce il cibo biologico e le persone si preoccupano l’una dell’altra e dell’ambiente in cui vivono.
Ma mentre la scienza, quando supporta l’allattamento materno o il cambiamento climatico, è accettata così com’è, le vaccinazioni suonano fuori moda. Il vaccino viene visto come qualcosa di innaturale o superfluo.
Katie, neo-mamma, è preoccupata. Secondo lei, i vaccini non sono solo sicuri ed efficaci, ma si integrano perfettamente coi valori della comunità. Eppure, Katie si trova in minoranza.
«Ero l’unica voce a favore delle vaccinazioni in quella stanza, ed ero sul punto di piangere. La mia principale emozione era questa: avevo paura per il benessere del mio bambino, e al tempo stesso un senso di pena perché avrei dovuto mollare le mie nuove amicizie per tenerlo al sicuro. In quel momento, è germogliato il seme per questa campagna.»
La campagna di Katie ha riunito assieme, dalla comunità, genitori che la pensano come lei, per condividere le loro storie. Nella campagna “Io vaccino”, infatti, sono i genitori stessi a farsi avanti per testimoniare, ai loro amici e vicini, che i propri figli sono vaccinati – e che questo è del tutto compatibile con quegli altri valori che le persone hanno a cuore.
Aspetto che le stesse parole di Katie esprimono bene: «Non sono mai stata preoccupata dai vaccini. Da che ricordo, sapevo che quando avrei avuto dei bambini li avrei vaccinati. Non mi è mai venuto in mente che i vaccini non fossero responsabili dell’incredibile balzo in avanti della salute pubblica che ha permesso di eradicare, completamente o in parte, malattie come il vaiolo, la poliomielite e il morbillo.
«Conosco persone che non vaccinano i loro bambini, e non sono d’accordo con la loro decisione. Ci sono rischi davvero minimi di eventi avversi coi vaccini, e ritengo che dobbiamo essere disposti ad affrontarli se vogliamo che i nostri bambini vivano in una società libera da queste malattie».
Katie Attwell, 34 anni, mamma di due bambini, vive nello Stato australiano del Western Australia. Con altri genitori ha dato vita alla campagna "I immunise"