Alessia non era protetta contro la meningite, il vaccino ancora non esisteva. La mamma ci racconta la sua storia, e dell’associazione fondata in sua memoria.
Mi chiamo Amelia Vitiello, e sono una mamma che, purtroppo come molte, si porta dentro il grande dolore di aver perso la propria figlia. Il mio piccolo angelo si chiama Alessia: aveva soltanto 18 mesi quando, sei anni fa, una terribile malattia se la è portata via. La meningite .
Alessia era una bambina meravigliosa. Tutti i genitori pensano che i propri figli siano speciali, ma lei lo era veramente. Era una bambina solare, sempre sorridente, e già così piccina era in grado di trasmetterti amore. Spesso mi accarezzava il viso spontaneamente e poi, con la sua vocina dolce mi diceva «bene mamma cara cara» che significava ti voglio bene. Io mi sentivo forte accanto a lei, quasi invincibile. A tutti dicevo che da quando era nata Alessia non avevo più paura di nulla, perché sarebbe potuto crollare il mondo intorno a me, ma con lei in braccio sarei stata felice comunque, anche senza casa e senza lavoro. Ma non avevo messo in conto che il mondo e la vita per me si sarebbero fermati con la sua scomparsa – ed è stato devastante finché non è giunta la nuova vita, con le sorelline di Alessia, che mi hanno dato la forza di ricominciare, anche se una parte del mio cuore si è spenta per sempre.
Alessia è stata precoce in tutto, forse perché sapeva di dover fare tutto in fretta rispetto agli altri bambini, avendo poco tempo davanti a sé. Ha iniziato a camminare a 11 mesi, le prime paroline “mamma” e “papà” le ha dette a 6 mesi; a 18 mesi già era in grado di farsi capire e di costruire le prime frasi. Amava disegnare: conservo ancora tutti i suoi disegni. Disegnava sempre farfalline di tutti i colori, e una delle farfalline che lei ha disegnato è diventata parte del simbolo dell’ associazione che abbiamo fondato in sua memoria.
Alessia è sempre stata bene, salvo qualche raffreddore . Quel maledetto 19 ottobre del 2007 tutto iniziò con una febbre lieve, che tuttavia dopo appena due tre ore è iniziata a salire vertiginosamente e non è più scesa. Durante la notte arrivò a segnare quasi 41 gradi. E in meno di undici ore la meningite se l’è portata via . Mentre la mattina alle 6.00 eravamo in macchina per raggiungere l’ospedale, ricordo che tenendola in braccio la guardai piangendo e le dissi «ti prego non mi abbandonare»; non so perché ma dentro di me sapevo che non sarebbe tornata a casa con noi.
Quel giorno ho provato un senso di impotenza inenarrabile. Alessia è stata colpita da una sepsi da meningococco B, sindrome di Water-House. Io dopo la sua scomparsa ho raschiato il fondo del dolore, quello che non si può neanche lontanamente immaginare.
Come mi trovo a dire spesso, sono felicissima che oggi la meningite sia completamente vaccinabile . Il mio pensiero naturalmente va ad Alessia, e agli altri bambini che come lei non hanno avuto questa “chance di vita”, così la chiamo io, perché questa malattia non ti da il tempo di intervenire, di curare: quindi l’unico modo per fermarla è prevenirla .
Avendo altre due bambine, dopo questa terribile esperienza, la paura è sempre molta, e ogni volta che il termometro supera i 39 gradi la tensione sale . Con mio marito iniziamo a chiamare i pediatri che conosciamo, perché un solo parere ci sembra non possa bastare. La sensazione è terrificante, si crea una vera e propria psicosi, per cui controlliamo in continuazione tutto il corpo nel timore che possa comparire qualche macchiolina. Mio marito controlla spesso il collo con rotazioni della testa per timore che vi sia rigidità, e così via con quelli che sono notoriamente i sintomi della malattia. Ovviamente, se con l’antipiretico non accenna a scendere la febbre, attendiamo al massimo un paio di ore e poi scappiamo in ospedale.
È una paura che ci porteremo dentro per sempre. Il 17 marzo 2014 ci siamo vaccinati: mio marito, io e le nostre due bambine. Ho provato una sensazione di sollievo , perché contro la subdola meningite ora ci si può difendere, e nel contempo un profondo senso di tristezza nel pensare che non ho potuto dare questa “offerta di vita” ad Alessia .
Così mentre le mie piccole bimbe di tre e cinque anni piangevano per la “punturina”, ho spiegato loro che quel piccolo dolore va via subito, ma in compenso il vaccino potrà salvargli la vita. Mi hanno chiesto incuriosite quale malattia fosse in grado di sconfiggere il vaccino che gli era stato somministrato: con parole semplici ho cercato di spiegare loro di cosa si trattasse, ossia della stessa malattia che aveva trasformato la loro sorellina in un angelo, perché a lei non era stato somministrato in quanto non ancora inventato.
Significativa è stata la risposta della piccola di soli tre anni, che tra le lacrime mi ha detto: «mamma potevi dirmelo subito che il vaccino è una cosa buona per rendermi invincibile, io pensavo fosse solo brutto perché non mi piacciono le punture», e ha smesso di piangere!
Oggi sono presidente del Comitato nazionale di lotta alla meningite, unico in Italia, e vice presidente dell’Associazione onlus “Alessia e i suoi angeli”: in tale veste vorrei che tutti i genitori venissero messi in condizione di scegliere consapevolmente se vaccinare o meno i propri figli , mi piacerebbe che scegliessero dopo essere stati debitamente informati e non sulla scia di errate informazioni acquisite sul web con il fai da te , o peggio su consiglio di un amico o di un conoscente. Il medico, prima di tutti, dovrebbe informare i genitori sui rischi legati alla malattia, sui sintomi che la caratterizzano e sull’opportunità di evitare che i loro bambini contraggano la malattia attraverso la vaccinazione.
Vorrei che la meningite venisse sconfitta!
Amelia Vitiello , avvocato, è tra i fondatori dell’Associazione onlus “Alessia e i suoi angeli”, nata nel novembre 2007, un mese dopo la morte di Alessia. L’associazione si dedica a progetti per la lotta contro la meningite, a sostegno di bambini e famiglie meno abbienti, anche nel Terzo mondo. Il Comitato nazionale contro la meningite è il primo gruppo in Italia che rappresenta i bisogni e i diritti di chi è stato colpito da meningite. È formato da persone che condividono il dolore dell'improvviso incontro con questa malattia. Ha tra i suoi obiettivi la cultura della sua prevenzione, la diffusione di una corretta informazione, l'assistenza alle persone colpite dalla meningite e il sostegno della ricerca medica.