Antirotavirus in Sicilia: l’esperienza regionale

I primi risultati a un anno dall’introduzione del vaccino gratuito.

Il vigente titolo V della Costituzione italiana disciplina le autonomie locali – Comuni, Province e Regioni – che nel corso degli anni hanno ricevuto sempre più competenze e autonomia. In questo contesto rientra la gestione autonoma della sanità. Le Regioni, ad esempio, possono decidere se introdurre nel calendario vaccinale un vaccino o meno, offrendolo gratuitamente ai nuovi nati. In Italia solo la Regione Sicilia, dalla stagione 2012-2013, offre il vaccino antirotavirus gratuitamente a tutti i nuovi nati; mentre alcune Regioni – come Piemonte, Toscana, Lazio, Basilicata, Calabria e Puglia – prevedono una compartecipazione della spesa, nelle altre il vaccino non viene offerto.

Il 26-27 maggio, presso la sede dell’Istituto superiore di sanità (Iss), si è tenuto un workshop che aveva il rotavirus come “protagonista”. Abbiamo colto l’occasione per intervistare Giovanni Giammanco, ricercatore e professore dell’Università di Palermo, che ha presentato una relazione sugli effetti dell’introduzione della vaccinazione universale antirotavirus in Sicilia.

Quali motivazioni hanno orientato la Regione a offrire il vaccino a tutti i nuovi nati?

«Ci siamo ispirati a Belgio, Lussemburgo, Austria, Finlandia, che da anni l’hanno inserito nel loro calendario vaccinale, ottenendo con successo una copertura che ha superato il novanta per cento. Questa scelta ha prodotto un impatto positivo sulla salute infantile: soprattutto nei bambini dai zero ai cinque anni, quelli maggiormente colpiti. In questa fascia d’età si è osservata una repentina riduzione dei ricoveri per gastroenterite acuta e disidratazione da rotavirus. C’è stata anche una diminuzione degli accessi al pronto soccorso e agli ambulatori pediatrici. Tale risultato ci ha invogliato a intraprendere questo tipo di scelta».

Ad un anno dall’introduzione del vaccino quale è stato il livello di copertura vaccinale?

«Abbiamo ottenuto un livello di adesione pari al 30-40 per cento: abbastanza buono per essere il primo anno di proposta».

Sono già percepibili i risultati?

«Sì, nonostante sia difficile stabilire gli effetti di una vaccinazione dopo appena un anno. Ad esempio, abbiamo osservato anche noi una riduzione dei ricoveri. E, dal punto di vista emotivo, i vantaggi sono evidenti per i genitori, che non sono più costretti a correre in ospedale, preoccupati, con bambini molto piccoli e colpiti da diarree che a volte superano i 10 giorni. Inoltre, queste gastroenteriti, soprattutto nei neonati, provocano gravi disidratazione e smagrimento e, eccezionalmente, possono essere letali».

La vaccinazione ha cambiato i tipi di virus in circolazione?

«In generale, c’è stata una diminuzione dei livelli di tutte le “forme” di rotavirus che si trovano attualmente diffuse nella popolazione».

Prospettive future?

«Speriamo in una maggiore disponibilità da parte dei genitori a far vaccinare i propri figli. Siamo convinti che se riuscissimo a ottenere un aumento della copertura in Sicilia i risultati sarebbero ottimi. Basandoci su uno studio condotto da Francesco Vitale, professore di Igiene dell’Università di Palermo, che valuta i possibili effetti della vaccinazione con una copertura al 90 per cento a livello nazionale, possiamo fare un pronostico: avremmo in meno circa 45 mila accessi al pronto soccorso, 110 mila visite pediatriche, 20 mila ricoveri ospedalieri, e un risparmio sulla spesa sanitaria di oltre 14 milioni di euro».

E per i bambini che non si possono vaccinare?

«Con livelli di copertura vaccinale elevati, si creerebbe una “herd immunity”, o “immunità di gregge” all’interno della comunità, tale da proteggere dall’infezione quei bambini che, per motivazioni di salute, non possono vaccinarsi: ad esempio, quelli con un sistema immunitario molto debole o con malformazioni intestinali. La protezione da parte della comunità è molto importante per questi bambini che, in caso di malattia, risentirebbero di conseguenze più gravi».

ML/AF

Giovanni Giammanco, Università di Palermo