Ceppo mutante isolato nella Repubblica del Congo.
Nel 2010, a Pointe Noire, nella Repubblica del Congo, si è verificata un'epidemia di poliomielite. I casi confermati in laboratorio sono stati 445.
L’epidemia era caratterizzata da una mortalità particolarmente elevata: circa un decesso ogni due ammalati. Inoltre, l'infezione interessava prevalentemente giovani adulti di 20 anni di età, quando solitamente colpisce i bambini al di sotto dei 5. Tra i casi di infezione anche persone vaccinate con una o più dosi di vaccino vivo attenuato (Opv), raccomandato nelle aree endemiche.
Un gruppo internazionale di ricercatori ha analizzato il codice genetico del virus, constatando che si tratta di un ceppo mutante derivato dal polio virus selvaggio di tipo 1.
In seguito alla vaccinazione o alla guarigione naturale dall’infezione, si formano degli anticorpi diretti contro una molecola del virus, la proteina AgS2. Nel ceppo mutante, ribattezzato PV1-RC2010, questa proteina presenta delle anomalie che fanno sì che gli anticorpi abbiano una minor efficacia nell’attaccare il virus e impedire l'infezione.
La mutazione spiega perché l’infezione abbia colpito anche le persone vaccinate. Inoltre, il virus, che non viene bloccato efficientemente dagli anticorpi, raggiunge il sistema nervoso con maggiore facilità. Questo ha contribuito a determinare l’elevata mortalità che ha caratterizzato l’epidemia. L’infezione ha colpito prevalentemente gli adulti a causa delle falle nelle coperture vaccinali proprio all’interno di quella classe di età.
L’epidemia è cessata nel 2011 grazie alle campagne di vaccinazione supplementari.
L’emergenza di ceppi mutanti resistenti al vaccino rischia di compromettere la battaglia per l’eradicazione della poliomielite. Per evitare che un’epidemia con le stesse caratteristiche si ripeta, è essenziale sostenere gli interventi di vaccinazione nella popolazione locale, e potenziare la sorveglianza clinica e ambientale.
PA/AF
virus della poliomielite al microscopio elettronico