Picco superato per il virus influenzale

Ammalati 3,8 milioni di italiani, 72 decessi.

La rete di sorveglianza Influnet, dell’Istituto superiore di sanità, annuncia il giro di boa: la fase più intensa dell’epidemia influenzale sarebbe stata raggiunta e superata durante la quarta settimana del 2015 (dal 19 al 25 gennaio). Ora i casi di malattia inizierebbero a scendere (vedi grafico sottostante), ma la fase “calda” sembra destinata a durare ancora un mese.

Fonte: grafico tratto da Flunews 06/2015

C’è però poco di cui stare allegri: si stima infatti che da ottobre si siano ammalati 3,8 milioni di italiani. Ancora oltre mezzo milione sarebbero stati costretti a letto nella seconda settimana di “calo” (2-8 febbraio). In pratica, al momento, un italiano ogni cento si è ammalato o, se preferite, è come se fossero ammalati tutti gli abitanti di Calabria, Basilicata e Friuli Venezia Giulia.

Come riferito già in precedenti notizie, i più colpiti dai virus sono i bambini tra 0 e 14 anni. Sotto i quattro anni, due bambini ogni cento presi dalla febbre, valore che è doppio rispetto a quello della prima settimana del 2015.

Tra le Regioni più colpite ci sono Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Campania e la Provincia autonoma di Trento. In assoluto, però, la frequenza nazionale più alta di ammalati si ha in Val d’Aosta, dove i virus hanno colpito cinque abitanti ogni cento.

Ma non tutti i malati sono stati fortunati. Da ottobre, si sono verificati 327 casi gravi, con 72 decessi. Si tratta di persone di età media sui 56 anni, che avevano già una malattia cronica (sette-otto su dieci presentavano una malattia cardiovascolare, respiratoria, diabete). Sono invece 9 i casi gravi in donne in gravidanza (secondo o terzo trimestre), di cui una deceduta, che non avevano alcuna malattia. Otto casi gravi su dieci, e otto decessi su dieci, sono stati provocati dal virus A di tipo H1N1, presente nel vaccino,

Fonte: tabella tratta da Flunews 06/2015

La metà dei casi gravi e i due terzi dei decessi si sono verificati in Veneto e in Emilia Romagna.

Riguardo al tipo di virus, tra i campioni prelevati e risultati positivi, il 96 per cento è risultato di tipo A. Nei due terzi di casi, si tratta del virus A di tipo H1N1, in quarto dei casi del virus H3N2; entrambi i tipi sono quelli presenti nel vaccino. Si conferma quindi come in Italia non sembra essersi diffuso il “ceppo mutato” segnalato all’estero.


MC/AF

Fonti / Bibliografia