Svezia, incidenza della pertosse in calo

I dati della sorveglianza: buoni risultati a quindici anni dall'introduzione del vaccino.

Un articolo svedese, pubblicato su Eurosurveillance, tira le somme sui risultati ottenuti fino al 2012 a partire dall’introduzione, nel 1996, della vaccinazione contro la pertosse nel Programma nazionale svedese delle vaccinazioni (Nvp). La somministrazione è prevista nei bambini a tre, cinque e dodici mesi d’età. Dal 2007 è stato aggiunto un richiamo nel periodo della scuola primaria.

Lo studio si è avvalso di due tipi di sorveglianza: quella regolare, basata sulle notifiche ordinarie delle malattie trasmissibili, e quella intensificata, che prevedeva la raccolta di ulteriori dati per contatto telefonico, come l’età dei malati, il fatto che fossero stati vaccinati o meno, l'accesso in ospedale o l’uso di antibiotici.

Dalle rilevazioni è emerso che tra 1996 e 2006 si è ottenuto un importante calo della malattia nella popolazione, diminuita di oltre nove volte (la frequenza è calata da circa 90 a meno di 10 malati ogni 100 mila abitanti). Considerando poi solo la popolazione infantile, si è verificata nello stesso periodo una diminuzione simile, che ha ridotto l'incidenza iniziale a un decimo, da oltre 500 a meno di 50 su 100 mila abitanti (vedi figura).

Fonte immagine: Eurosurveillance

Le segnalazioni confermate di malattia sono state 1803, e si sono verificati 9 decessi. Lo studio ha evidenziato che, tra i bambini che si erano ammalati, tre su cinque risultavano non vaccinati. Due terzi di questierano bambini con meno di tre mesi, che non avevano quindi raggiunto l'età della prima dose vaccinale. Della fascia d'età successiva, fino ai cinque mesi, circa un bimbo su quattro non aveva ricevuto la prima dose, mentre, nella fascia d’età tra cinque mesi e un anno, uno su tre aveva ricevuto solo una delle due dosi raccomandate.

I nove decessi si sono verificati tutti prima del 2009, e tutti tra bambini che non erano stati vaccinati. La loro età era inferiore ai quattro mesi, tranne nel caso di un bambino di sei mesi nato prematuro.

Nel 2014, oltre il periodo cui fa riferimento lo studio, si sono verificati altri due decessi: un neonato colpito all’età di tre settimane dopo aver sviluppato come complicanza un’ipertensione polmonare intrattabile e un altro bambino di un mese, nato sano e a termine.

Tra il primo e il terzo quinquennio di sorveglianza il numero di ricoveri si è dimezzato per effetto della vaccinazione, passando da 228 a 124 su 100 mila persone. Nei bambini con meno di cinque mesi il vaccino ha ridotto anche la durata dei ricoveri: da sette giorni per i non vaccinati a quattro giorni per i vaccinati.

Le complicanze sono state più frequenti nei bambini non vaccinati, tra i quali sono stati ricoverati per disidratazione sette piccoli su otto. Fra i vaccinati, meno di cinque su otto hanno avuto la stessa complicanza.

Lo studio fa notare che complessivamente i casi di pertosse sono diminuiti anche tra i bambini non vaccinati. I nati dopo il 2003, pur non vaccinati, hanno mostrato un rischio tre volte minore di ammalarsi di pertosse rispetto ai nati prima dell'introduzione del vaccino. Si tratta, secondo gli autori, della cosiddetta “immunità di gruppo”, effetto che si ottiene quando la percentuale delle persone vaccinate è abbastanza grande da limitare la circolazione del batterio.

CB/AF

Fonti / Bibliografia

Eurosurveillance 2015 - Surveillance of infant pertussis in Sweden 1998–2012; severity of disease in relation to the national vaccination programme