Nei Paesi con ebola si teme l’avanzata di altre malattie

L'Oms raccomanda: prioritario vaccinare.

È una sfida difficile quella che stanno affrontando i paesi coinvolti nell'epidemia di ebola, seppur con il supporto dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Secondo una nota della stessa organizzazione, il rischio concreto è che l'emergenza che ha visto 24 mila persone contagiate e 10 mila uccise in Guinea, Liberia e Sierra Leone possa predisporre ora il terreno favorevole all’instaurarsi di nuovi focolai di altre malattie infettive, come morbillo, pertosse e malaria. L'accesso alle cure per le popolazioni di quei Paesi sta infatti diventando difficoltoso, in ragione di una diminuita disponibilità di risorse, mezzi e personale da impiegare nelle strutture sanitarie.

Jean-Marie Okwo-Bele, direttore del dipartimento Immunizations, vaccines and biologicals presso l'Oms non ha dubbi: «È importante potenziare i servizi di vaccinazione in tutte le aree, e attuare vere e proprie campagne antimorbillo laddove non c'è l’ebola». Se da una parte le coperture vaccinali nei tre Paesi sono diminuite in maniera generalizzata, dall'altra nelle zone dove l'ebola è assente si verifica il fenomeno della paura, che tiene lontani i malati dalle strutture sanitarie, con un conseguente ritardo nell'isolamento dei casi di morbillo o di altre malattie infettive.

Per Edward Kelley, direttore del Service delivery and safety dell'Oms, «Il contrasto della malaria e le vaccinazioni fanno parte degli sforzi dell'Oms per sostenere i Paesi verso una rapida ripresa, che includa la prevenzione delle infezioni e il ripristino delle cure non riguardanti l'ebola».

Nelle aree non coinvolte dall'ebola, Liberia e Guinea stanno organizzando campagne di vaccinazione per diverse malattie, come ad esempio l’antimorbillosa mirata sui bambini sotto i cinque anni. Inoltre in Sierra Leone e Liberia sono stati finora distribuiti porta a porta antimalarici a 3 milioni di persone con lo scopo da un lato di contrastare la diffusione della malattia, e dall'altro di ridurre la possibilità di trasmettere l'ebola tra i pazienti malarici.

Ancora oggi le infezioni restano una delle principali cause di morte nel mondo, in particolare tra i bambini con meno di cinque anni, tanto che nel 2013 il morbillo ha ucciso circa 150 mila persone, cioè più di sedici morti ogni ora. È dunque importante che le risorse siano distribuite senza perdere di vista il quadro generale, soprattutto dove l’ebola ha catalizzato finora su di sé attenzione e paura.

CB/AF


Fonti / Bibliografia

Oms – Vaccination must be scaled up in Ebola-affected countries