L’importanza etica delle vaccinazioni

La nuova mozione del Comitato nazionale per la bioetica.

È uscita l’attesa mozione del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb, organo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri italiano) dal titolo “L’importanza delle vaccinazioni”. Era dal1995 che il Comitato non si pronunciava sull’argomento.

Nella mozione, il Cnb esordisce ricordando l’aumento mondiale di casi di morbillo, causato dal calo delle coperture, che in Italia ha fatto ammalare circa 1700 persone nel 2014. Ricorda anche i casi italiani di meningite, alcuni mortali. È per tale motivo che «prende atto di questi dati e rimarca la propria viva preoccupazione per la tendenza sempre più diffusa in Italia a dilazionare o addirittura rifiutare la somministrazione delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate dalle Autorità Sanitarie e universalmente riconosciute come efficaci».

Importante è proprio il collegamento tra efficacia dei vaccini e impatto sociale, ovvero tra valori scientifici ed etici: «Il Cnb ribadisce come i vaccini costituiscano una delle misure preventive più efficaci, con un rapporto rischi/benefici particolarmente positivo e con un valore non solo sanitario, ma etico intrinseco assai rilevante».

La mozione richiama allora l’attenzione della società italiana su una «assunzione di responsabilità personale e sociale», invitando le istituzioni a promuovere adeguate iniziative in cui si distinguono, in un attento crescendo, i processi di «informazione, comunicazione ed educazione», e stigmatizzando «il diffondersi di falsità e pregiudizi», come quelli relativi al presunto collegamento tra vaccinazioni e autismo.

Viene poi presentato un interessante principio etico. Il fatto che i vaccini siano soprattutto indirizzati ai bambini è considerato un «importante fattore di equità, poiché consente la protezione di una categoria di soggetti vulnerabili». Protezione, quella dei bambini, che è perciò prima di tutto una responsabilità dei genitori, non un loro diritto di scelta: «secondo il criterio dell’interesse superiore del fanciullo e del suo diritto ad essere vaccinato». Rifiutare la vaccinazione, infatti, comporta per qualsiasi bambino un rischio aumentato nel frequentare ambienti pubblici, dove è più facile essere esposti al contagio; soprattutto, questo rischio diventa rilevante per quei bambini «più vulnerabili che per ragioni mediche non possono vaccinarsi». In questo caso, è il bambino a essere messo al centro, con la sua salute che, a quell’età, non può ancora autodeterminarsi, e non la libertà all’autodeterminazione dei genitori quando le conseguenze ricadono appunto sulla persona del figlio.

Chiara anche la presa di posizione su come si vince la battaglia contro le epidemie anche nelle nostre società moderne e sviluppate: «L’eradicazione di una malattia infettiva non può essere assicurata esclusivamente da altre misure igienico-sanitarie, come dimostrato dal riemergere di epidemie nel recente passato anche in paesi industrializzati.»

Il Cnb conclude invitando a fare «tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale» e offre nove raccomandazioni, tra cui segnaliamo la promozione di campagne di informazioni, l’osservanza dell’obbligo alla profilassi degli operatori sanitari e del personale scolastico, e il monitoraggio dell’omessa vaccinazione.

MC/AF

 

 

Fonti / Bibliografia

Cnb - Mozione "L'importanza delle vaccinazioni"