​ La California dice no all’esenzione dalle vaccinazioni per motivi personali

Possibili solo esenzioni di tipo medico.

Nel 2014 la California aveva richiesto che per “giustificare” l’esenzione i genitori presentassero l’attestazione da parte di un medico di aver ricevuto tutte le informazioni sulle malattie infettive e su benefici e rischi dei vaccini. Ora arriva una stretta ulteriore.

Una nuova legge coinvolge i genitori degli studenti iscritti fino alle scuole secondarie, a prescindere che l’istituzione sia pubblica o privata: si proibisce l’ammissione se non si è in regola con le vaccinazioni prescritte, a meno che non ci sia un’esenzione medica. Sono quindi escluse le esenzioni per motivi personali (religiosi, filosofici, ecc.). La reazione non è mancata, anche con toni “forti”: il senatore che ha promosso la legge avrebbe perfino ricevuto minacce di morte.

Ecco i fatti che hanno supportato il nuovo provvedimento: dal 2007 le esenzioni per motivi personali, in California, sono raddoppiate, abbassando i livelli e l’uniformità della copertura vaccinale, tanto da mettere a repentaglio l’immunità di gruppo in un quarto delle scuole. E il recente focolaio epidemico di morbillo a Disneyland ha mostrato come questa una scarsa immunità di gruppo rappresenti un problema concreto. Infine, si è puntato molto a evidenziare il rischio che l’esenzione comporta per quei bambini che, per effettivi motivi medici, non possono vaccinarsi, e quindi devono la loro protezione dalle malattie infettive proprio all’immunità collettiva.

Commenta, sul New England Journal of medicine, Michelle Mello, della Harward School of Public Health: «Sebbene il Primo Emendamento permetta il rifiuto di pratiche mediche contrarie ai propri convincimenti religiosi, la Corte Suprema statunitense, anche se non direttamente sulle vaccinazioni, si è espressa sul fatto che i diritti dei genitori relativi alla libertà religiosa “non includono la libertà di esporre la comunità o il bambino a malattie trasmissibili”. Due ulteriori recenti pronunciamenti di Corte d’Appello hanno inoltre precisato che il Primo Emendamento non riguarda esenzioni religiose per le vaccinazioni».

Sarà comunque utile questa nuova legge? «Non è chiaro l’effetto che avrà sulle politiche vaccinali– continua Mello – cioè se renderà più forte la posizione contraria alle vaccinazioni, spingendo i genitori a tattiche più estreme per sottrarre i figli all’obbligo, o se normalizzerà la situazione, rendendo l’opposizione marginale».

Considerando che i gruppi anti-vaccinazioni sono ben collegati tra loro, il rischio è che se un piccolo gruppo di medici “disponibili” finisse per garantire esenzioni mediche, interpretando liberalmente i criteri richiesti, gli obiettivi della legge sarebbero vanificati.

Anche in Italia, come negli Stati Uniti, esistono norme che limitano le libertà individuali per tutelare la comunità: «Per esempio i periodi contumaciali per rientrare a scuola dopo una malattia infettiva contagiosa, l’allontanamento dal lavoro per chi opera in certi settori, ecc. Norme che normalmente non vengono messe in discussione – spiega Stefania Salmaso, dell’Istituto superiore di sanità (Iss) – Nel caso delle vaccinazioni infantili le opinioni e le percezioni dei singoli genitori sono cruciali anche se in Italia il diritto di famiglia è stato recentemente modificato (decreto legislativo 154/2013 in vigore dal 7 febbraio 2014) e la patria potestà è stata abolita e sostituita dall'esercizio della responsabilità genitoriale. Essere genitori responsabili implica l’adozione di quelle misure di protezione della salute del bambino che sono disponibili e di riconosciuta efficacia. Tra queste non si può non includere le vaccinazioni».

MC/AF

Fonti / Bibliografia