​115 anni di programmi vaccinali in Italia: che effetti hanno prodotto?

A conferma di quanto finora già affermato dall’intera comunità scientifica, i programmi di immunizzazione introdotti in Italia nel corso della storia sono efficaci.

È quanto è si evince da un recente studio pubblicato nella rivista scientifica “Vaccine”.

Nella ricerca, condotta dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con altri enti afferenti all’ISS e ad alcune università della capitale, è stato quantificato l’impatto che ha avuto nel nostro Paese l’introduzione delle vaccinazioni su dieci malattie infettive. In essa, prima nel suo genere per impianto ed estensione temporale, sono state utilizzate come fonti gli annuari e i database depositati presso l’ISTAT ed il Ministero della Salute; è stato così possibile ottenere i dati relativi ad un arco temporale estremamente lungo (115 anni, dal 1900 al 2015).

Le dieci malattie infettive prese in considerazione nello studio sono: difterite, tetano, poliomielite, epatite B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia, varicella e malattia meningococcica invasiva. Di queste è stato ricostruito il trend temporale, calcolando i tassi di mortalità e di incidenza annui. Da questa ricostruzione, tramite l’utilizzo di test e modelli statistici, gli autori hanno ottenuto una stima del numero di casi e di decessi evitati grazie alle vaccinazioni.

Qui di seguito i dati principali:

  • È stato stimato che sono più di 70.000 le morti evitate grazie ai vaccini anti difterite, tetano e poliomielite, le tre malattie infettive con il più alto tasso di mortalità durante il secolo scorso;
  • Le vaccinazioni sono state in grado di prevenire più di 4 milioni di casi di malattia, circa il 35% dei quali nei bambini tra 0 e 4 anni. La difterite è la malattia verso cui la vaccinazione è stata più efficace, dimostrando il più alto numero di casi prevenuti, seguita da parotite, varicella e morbillo.

Il dott. Patrizio Pezzotti e gli altri autori concordano nell’affermare che i programmi vaccinali rappresentano la causa principale della riduzione delle malattie infettive nel nostro Paese. È però chiaro che se non venissero mantenuti ottimali i livelli di coperture vaccinali, malattie che sono state temporaneamente eliminate in un Paese, come la poliomielite e la difterite, potrebbero ricomparire a causa della permanenza in circolazione degli agenti infettivi in molte altre parti del mondo.

Lo studio si inserisce all’interno di un Progetto CCM 2014 – Ministero della Salute, guidato dal dott. Antonio Ferro e coordinato dal CCMR Veneto che si prefigge lo scopo di monitorare la fiducia del pubblico nei programmi vaccinali e le sue necessità informative, sviluppando un sistema di decisione assistita per le vaccinazioni.

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