Il vaccino anti-HPV riduce i casi di cancro alla cervice uterina di quasi il 90%

GAVI pubblica i risultati di un recente studio condotto in UK e pubblicato sulla rivista “The Lancet” riguardanti l'efficacia del vaccino anti-HPV nella prevenzione del cancro alla cervice uterina

Il "cancro della cervice uterina" o "cancro cervicale" è una delle cause di morte più comuni per cancro nelle donne a livello globale, ma si tratta di una patologia prevenibile e curabile nel caso in cui venga riconosciuta precocemente. L’accesso limitato ai servizi di sanità pubblica, di screening e di trattamento nei Paesi a basso e medio reddito determina tuttavia una sproporzione di morti per cancro cervicale, che in queste realtà rappresentano circa il 90% di tutta la quota globale del 2018.

Tutti i vaccini disponibili al momento proteggono contro due dei sierotipi più pericolosi, il 16 e il 18; sono inoltre compresi anche alcuni sierotipi addizionali nel vaccino nonavalente (anch'esso attualmente disponibile). I trial clinici dei vaccini hanno mostrato che questi ultimi prevengono le infezioni HPV e le mutazioni delle cellule cervicali che nel tempo possono evolvere fino a neoplasia.

Un nuovo studio pubblicato su “The Lancet” riporta alcune di queste evidenze dimostrando come questi vaccini stiano indubbiamente salvando delle vite. Milena Falcaro del King’s College di Londra, assieme ad alcuni colleghi, ha esaminato le conseguenze della somministrazione di due dosi di vaccino bivalente (Cervarix) dopo la sua introduzione, nel 2008, per le adolescenti di 12 e 13 anni. Per fare questo, è stato esaminato accuratamente il registro dei dati relativi alle diagnosi di cancro cervicale e di CIN3 (neoplasia intracervicale di grado 3 – ovvero condizione di displasia grave e carcinoma in situ) tra gennaio 2006 e giugno 2019 per sette gruppi di donne con età compresa tra 20 e 64 anni.

Tra coloro che hanno ricevuto un vaccino anti-HPV all’età di 12/13 anni, è stata osservata una riduzione di cancro cervicale dell’87%. Questa riduzione è stata però meno incisiva per le ragazze sottoposte a vaccinazione durante due campagne vaccinali “di recupero” che hanno coinvolto età comprese tra i 14 e i 18 anni, questo probabilmente perché alcune di queste ragazze erano già state esposte ad HPV durante l’attività sessuale. In questo caso c’è stata una riduzione del 62% del cancro cervicale per coloro che sono state vaccinate tra i 14 e i 16 anni e del 39% per coloro che sono state vaccinate tra i 16 e i 18 anni.

Programmi di vaccinazione nazionale contro HPV sono già stati dipanati in tutti il mondo. Grazie all’attività di GAVI (Global Alliance for Vaccine Immunization), 21 nazioni sono state supportate nell’introdurre questo programma di vaccinazione all’interno del loro programma nazionale, inclusi alcuni Stati con il più alto numero di cancri cervicali nel mondo (tra cui Malawi, Uganda, Repubblica Unita di Tanzania, Zambia e Zimbawe).

Nel 2020, la WHO (World Health Organization) ha proposto una strategia globale per accelerare l’eliminazione del cancro cervicale. Per gli Stati in cui non esistono misure di controllo, è stata ritenuta una priorità l’immunizzazione contro HPV delle ragazze per prevenire futuri cancri della cervice uterina e altre neoplasie connesse ad HPV.

La copertura della vaccinazione HPV tra le ragazze nei Paesi a basso reddito supportati da GAVI attualmente si assesta attorno all’8%, in comparazione col 13% globale, questo a causa di problemi a carico delle forniture e dei servizi di spedizione legati alla pandemia. Altro elemento da considerare è poi indubbiamente l’aumento dell’esitazione vaccinale. Grazie alle evidenze che riportano, studi come quello recentemente pubblicato possono aiutare a rassicurare coloro che ancora sono esitanti riguardo i benefici di questo tipo di vaccinazione.


Fonti / Bibliografia

Per ulteriori approfondimenti sullo studio: 

Per ulteriori approfondimenti su HPV e sulle vaccinazioni anti-HPV si rimanda anche alle specifiche sezioni del sito: