Le curve epidemiologiche di confronto tra epoca pre e post vaccinale dimostrano una netta diminuzione del numero dei casi nel corso degli anni. Appare inequivocabile che le vaccinazioni abbiano cambiato significativamente l'incidenza delle malattie per le quali esiste vaccinazione, salvando vite umane, diminuendo gli esiti di malattia, riducendo complessivamente la sofferenza della popolazione e migliorando la qualità della vita.
La malattia prima e dopo la campagna vaccinale in Italia
Dopo l'introduzione della vaccinazione si è osservato una diminuizione dei casi di pertosse. La pertosse comunque non è stata ancora eliminata in nessun Paese del mondo.
Analizzando i dati epidemiologici sui casi di pertosse in Italia dal 1996 al 2006 notiamo che l'andamento mostra un picco di quasi 7 mila casi riportati nel 1998. A partire dalla fine degli anni Novanta, il trend vede una diminuzione del numero dei casi, fino al minimo rappresentato dagli 802 casi identificati nel 2005.
Quindi la pertosse, malattia comunque diffusa in tutto il mondo, è diventata assai rara, specialmente nei Paesi in cui è stata introdotta la vaccinazione generalizzata nell'infanzia. Oggi il 90% dei casi di pertosse si registrano proprio nelle popolazioni in cui non viene effettuata la vaccinazione, e in questi casi la pertosse può portare a una mortalità elevata nei bambini. Nelle popolazioni vaccinate si è osservato un ritorno della pertosse a causa della perdita progressiva di immunità e, in effetti, quando è stato introdotto il vaccino 30 anni fa non venivano utilizzate le dosi di richiamo.
In Italia la pertosse viene obbligatoriamente notificata alle autorità sanitarie.
Le principali complicanze della pertosse sono di due tipi: polmonari e cerebrali. Quelle polmonari sono le più frequenti: in genere si tratta di polmoniti che possono compromettere seriamente la funzione respiratoria. Le complicanze cerebrali (encefalopatia da pertosse) sono caratterizzate da convulsioni e alterazione dello stato di coscienza. In un terzo dei casi l'encefalopatia da pertosse si risolve senza conseguenze, in un altro terzo il paziente muore e nel restante terzo sopravvive presentando un danno cerebrale permanente (Edwards 2008).
In sintesi, nei Paesi sviluppati, il rischio di complicazioni rispetto al totale dei casi è il seguente: polmonite 5%, encefalopatia 1 su 1.000, decesso 2 su 1.000 (CDC 2011).
Attualmente è difficile che un bambino piccolo sia contagiato da altri bambini. In genere riceve il contagio da adulti o adolescenti; si tratta di persone che non hanno mai superato la malattia naturale o l'hanno superata da più di dieci anni o infine sono stati vaccinati da piccoli e non hanno effettuato richiami.
Contrariamente ad altre malattie infettive, la pertosse può colpire anche i neonati di madre immune. Sembra infatti che gli anticorpi materni che costituiscono le loro prime difese non siano in grado di proteggerli contro questa infezione.