Obbligo vaccinale: considerazioni e proposte

Premessa: la proposta di alcune regioni di introdurre una specie di obbligo vaccinale per l'ingresso nelle comunità scolastiche ha innescato un dibattito che è presto tracimato dal contesto specifico da cui era nato al più vasto tema dell'obbligo vaccinale in generale. Il tutto è culminato con un sondaggio su igienisti-online. Non sono riuscito a trovare il dato su quanti siano stati i colleghi che hanno risposto alle domande il che rende incerta la solidità della conclusione riportata " 91% dei soci a favore dell’obbligo vaccinale negli asili nido "(Igienisti On-Line del 26 luglio 2016) ma credo che, in ogni caso, sia stato utile organizzare quel sondaggio per avere il polso di quello che pensano i colleghi. Meno utile per una società scientifica, privilegiare le doxa rispetto a numeri e ragionamenti; si tratta, infatti di un atteggiamento tipico di una mentalità prescientifica che dobbiamo evitare accuratamente. Temo, infatti, che parte dei colleghi favorevoli alla proposta di incrementare la coercizione per ottenere risultati che riteniamo utili per la popolazione sia il riflesso di un impianto culturale che si rifà inesorabilmente al vecchio consolante paradigma storico della Polizia Medica. Di fronte ad un problema effettivamente preoccupante quale la diminuzione dell'adesione all'offerta vaccinale e lo scivolamento di parte della popolazione verso stili di vita pericolosi , quello che prevale è il riflesso "pavloviano", rassicurante, di rinculare verso soluzioni che "una volta" funzionavano. Non è più così; le cose che funzionano bene sotto il paterno imperio del Conte Radetz von Radetzky (1766-1858) , che funzionavano ancora quando mio papà vaccinava nelle campagne contro il vaiolo ora non funzionano più. (Consiglio al riguardo, ai colleghi più giovani, la lettura degli Atti del 14 ° Seminario di Erice: Public Health: a historical overview dell'ottobre 1999). Oggi una qualsiasi mamma munita di personal computer ed accesso alla rete è serenamente convinta di sapere sulle vaccinazioni più di quello che sa un professore ordinario di Igiene e questo lo dico non sulla base di impressioni personali ma su quella dei dati dell'ampia indagine che abbiamo condotto sui genitori di tutto il Paese ([1]).

Alcune considerazioni:

Sono, in realtà, diverse le considerazioni di carattere strategico che convergono ad abbandonare l'obbligo vaccinale.

1) Non mi interessa trattare in questa sede quelle di più ampio respiro vale a dire quelle di natura etico-politica ben riassunte dalla famose frase di Platone “ il medico che ha a che fare con gli uomini liberi – diversamente in questo dal medico degli schiavi – deve convincere il suo paziente a sottomettersi alla cura, e ragionare con lui per mezzo di argomenti razionali, cioè persuaderlo, non minacciarlo soltanto” . Mi interessa di più sottolineare una modalità di approccio del tutto diversa (anche se un po' "triviale" ) quella, cioè, dell'efficacia di questo provvedimento. Detto in altri termini, c'è qualcuno davvero sicuro che sia possibile costringere con un decreto i genitori renitenti a fare quello che a noi , alla Scienza, al Ministero sembra utile per la salute dei loro figli ? Imporre l'obbligo aumenterà l'adesione o incrementerà la ribellione ? A quando un decreto che vieti alle mamme esoteriche (e dio solo sa quante ce ne sono) di optare per una dieta vegana? A Ferrara , nel corso del convegno "Vaccinazioni: novità, criticità e sicurezza" tenutosi il 6 giugno 2013, ho ascoltato allibito gli operatori dichiarare pubblicamente che lo scontro in atto con i genitori renitenti era di intensità tale da indurre a ruotare periodicamente gli addetti nell'ufficio destinato a svolgere questa "funzione". Chi voglia consultare i dati mensilmente prodotti sull'incidenza del morbillo in Italia potrà notare che proprio in Emilia Romagna si concentrano percentuali rilevanti di notifiche segno , secondo la mia esperienza, di un progressivo distacco fra genitori e servizio sanitario regionale. Nel Rapporto N° 29 - Luglio 2016 si legge che su 434 casi notificati in Italia da gennaio a giugno 2016 , 59 si sono verificati in Emilia Romagna che ha un'incidenza di 1,3 casi su 100.000 superata nel Paese solo dalla Campania e dalla Calabria con un netto peggioramento rispetto ai dati del biennio precedente. ([2])

2) Altra attenta considerazione merita il tema di quale sia l'effettivo stato di copertura immunitaria della popolazione infantile. Le uniche stime fornite, infatti, dal Ministero , ISS e Regioni riguardano l'adesione delle famiglie all'offerta vaccinale entro cancelli temporali fissi. Questo sistema di calcolo, da solo, offre una raffigurazione parziale del reale dato che lascia fuori tutte le coperture raggiunte in ritardo (e grave ritardo) fenomeno che si sta , purtroppo, espandendo.

Per dare un'idea concreta di quanto questo fenomeno possa distorcere la rappresentatività delle statistiche ufficiali cito la situazione della mia ULSS che conta , mediamente, 480.000 abitanti e coorti annuali di nuovi nati che hanno mediamente una composizione di 4.500 unità.

I dati dei rilevamenti ufficiali sono riportati nella tabella seguente:

Tab n. 1 : regione del Veneto, ULSS n.20

Coperture aggiustate per difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae (3 dosi) e morbillo (1 dose) a 24 mesi - coorti di nascita 2008-2012 dei residenti.

Il trend evidenzia chiaramente una marcata diminuzione .

Se valutiamo ora un altro parametro (che dal punto di vista della vulnerabilità della coorte rispetto alla circolazione dei patogeni , è forse più importante) e cioè quanta parte dell'intera popolazione infantile residente di età inferiore a 14 anni ( in pratica tutta la popolazione infantile fino al completamento del ciclo delle scuole elementari e medie inferiori della scuola dell'obbligo) è stata vaccinata, abbiamo la (piacevole) sorpresa di notare che le percentuali sono ben diverse e molto più confortanti. La copertura aggiustata dei residenti nati dallo 01\01\2000 allo 01\01\2014 (n=61.1980) è, infatti, del 95,51 % per la poliomielite (ciclo completo) e del 93,59 % per il morbillo (prima dose). (rilevamento del 19\10\2015). Si tratta di dati che evidenziano situazioni molto diverse ed una realtà molto meno allarmante di quanto si crede. Ora perchè mai questo calcolo, non particolarmente complicato dato che sono riuscito a farlo io, non venga fatto a livello nazionale proprio non lo capisco. Speriamo che l'avvento alla direzione dell'ISS di un illustre collega porti ad una valutazione complessiva su tutto il Paese del reale stato di copertura immunitaria almeno della popolazione fino alla conclusione della scuola dell'obbligo.

3) In un Paese pur strano e bizzarro come il nostro bisognerà bene che si arrivi ,prima o poi, ad un confronto serio con la Magistratura che con implacabile costanza fornisce munizioni di ottima qualità alla banda degli antivaccinatori. Anni or sono ho chiesto, senza esito, alla Giunta della SItI di far presente al Presidente della Repubblica che , salvo il sacrosanto presidio repubblicano dell'indipendenza della Magistratura, ben difficilmente la sanità pubblica potrà garantire la sicurezza del Paese verso le malattie infettive se il nostro intervento viene costantemente sabotato da queste invasioni di campo. Possibili rimedi a questa situazione sono stati individuati e devono essere adeguatamente sostenuti. ([3])

4) la scarsa consuetudine al confronto con i fatti porta al paradosso che non sia ancora stato condotto in questo Paese una accurata valutazione dei risultati dell'iniziativa assunta dalla Regione Veneto , dall'ormai lontano primo gennaio 2008, di sospendere l'obbligatorietà vaccinale. Si tratta del più importante e vasto esperimento di Nudging condotto in Italia. Secondo la mia valutazione si è trattato di un buon intervento che è stato utile alla popolazione e alla credibilità del Servizio Sanitario Regionale ma sono consapevole di quanto io sia stato coinvolto in questa scelta per poter essere oggettivo. E' troppo chiedere che venga attivato uno studio autorevole, "terzo" (magari, per esempio, da parte del Ministero o dell'ISS) che tiri le somme su questo esperimento o dobbiamo rassegnarci al fatto che in questo Paese le "doxa" continuino a far la parte delle analisi scientifiche ?

5) Un'ultima considerazione su quale è l'obiettivo del nostro lavoro che non è (come si crede comunemente) convincere quel 5% di popolazione che è ideologicamente contraria alle vaccinazioni.L'obiettivo vitale è quello di mantenere o riconquistare la fiducia di quella parte di popolazione ben più ampia ([4]) che pur avendo vaccinato i loro figli (o il loro primo figlio) è convinta che gli igienisti siamo corrotti dalle industrie farmaceutiche ( ignobile insulto !!!) e che i veri dati delle reazioni avverse alle vaccinazioni siano tenuti nascosti per malafede.

Per contrastare questa pericolosa opinione abbiamo solo una strada da percorrere , attivare un sistema di controllo e verifica delle reazioni avverse ai vaccini che molta trasparenza restituisca dati certi alla popolazione e alla comunità scientifica. In tutti noi è ancora vivo il ricordo del tremendo danno causato alle coperture della vaccinazione antiinfluenzale dalla malaccorta diffusione di segnalazioni casi di mortalità risultati, poi, infondate. Ci serve un sistema che diffonda non le segnalazioni ma assennate valutazioni sulla reale consistenza dei casi segnalati. Non è particolarmente difficile da fare. La Regione Veneto lo fa dal 1992 con il Canale Verde affidato all'analisi "terza" dell'Università ed i risultati resi pubblici e diffusi in rete.

E' , al momento in rete il diciottesimo rapporto relativo all'anno 2014.( [5] ) E' su questa base che noi possiamo puntualmente rispondere che dal 1993 al 2014 su 30.514.170 di dosi inoculate, abbiamo avuto:

- Schede di segnalazioni di eventi avversi a vaccini: 13.307

- Tasso medio di segnalazione: 4,36/10.000 dosi

- Eventi gravi correlabili: 497 (0,16/10.000 dosi)

- Eventi con sequele a distanza: 1/ 1.923.076 dosi

- Decessi correlabili: 0.

In queste settimane in cui i media nazionali si sono occupati ripetutamente di questo tema, abbiamo sentito stimati colleghi di prestigiose strutture pubbliche e private ripetere le noti farsi " le reazioni avverse gravi sono inferiori ad una su un milione di dosi" oppure "le reazioni avverse sono rarissime".

Usare in questo combattimento farsi generiche di questo tipo è come andare a fronteggiare un plotone di marines con una cerbottana.



[1] “Superare gli stereotipi: i risultati della Ricerca della Regione Veneto sui Determinanti della Scelta Vaccinale”.

Massimo Valsecchi , Leonardo Speri, Lara Simeoni, Paola Campara, Mara Brunelli , Epicentro , 3 maggio 2012.

[2] http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino.asp

[3] M. Valsecchi, Dossier Medicina tra scienza e diritti e Una lunga storia di invasioni di camp

L'Arco di Giano, n. 86, inverno 2015

[4] Indagine citata al rif. n1

[5] XVIII RELAZIONE SULL’ATTIVITA’ DEL “CANALE VERDE” DATI RELATIVI AL 2014 ROBERTA OPRI °, UGO MORETTI *, GIOVANNA ZANONI ° ° U.O.C. di Immunologia, * Unita' di Farmacologia Medica, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona 27 Luglio 2015

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