Epatite B

È una malattia infettiva che interessa il fegato e può manifestarsi in una forma acuta, anche fulminante e letale, oppure in una forma cronica che può portare a cirrosi ed epatocarcinoma. Essa è causata dal virus dell’epatite B (Human epatitis B Virus - HBV). Si tratta di un virus appartenente alla famiglia degli Hepadnaviridae, costituito da una parte centrale, detta "core", e da un rivestimento di superficie, detto envelope. Il core contiene un filamento circolare di DNA a doppia elica, che costituisce il materiale genetico del virus. Ad oggi, sono noti 6 genotipi (A-F) con una diversa distribuzione geografica..

Epidemiologia

Il virus dell'epatite B (HBV) è la 2° causa più comune di epatite virale acuta dopo l'epatite A. In base ai dati dell’OMS, la diffusione dell'infezione è maggiore nell‘area del Pacifico occidentale e nel continente africano, dove rispettivamente 116 milioni e 81 milioni di persone sono cronicamente infette. Sessanta milioni nell’area del Mediterraneo orientale, 18 milioni nel sud-est asiatico, 14 milioni nel continente europeo e 5 milioni nel continente americano. Negli Stati Uniti, 3.322 casi di infezione acuta di epatite B sono segnalati ogni anno. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) stima che, nel 2018, ci siano state circa 21.600 nuove infezioni negli Stati Uniti. Tra i Paesi ad alta endemicità vi sono: Asia (prevalenza del 10% nella popolazione adulta in Cina), Europa Orientale (prevalenza del 5% in Russia), India (40 milioni di infetti) ed Indonesia (12 milioni). Tra le zone a bassa prevalenza, vi sono l’Europa occidentale e gli Stati Uniti (prevalenza dello 0,5%), nei quali la patologia è presente in gruppi esposti a particolari rischi (tossicodipendenza, rapporti sessuali non protetti, esposizione professionale e infezione perinatale). Nell’adulto, l’epatite B acuta cronicizza in circa il 5-10% dei casi. Il rischio di sviluppare l’epatite cronica aumenta al diminuire dell’età in cui avviene l’infezione:

  • 90% per i neonati

  • 25-50% per i bambini da 1 a 5 anni

  • 5% per gli adulti

L'epatite B acuta può cronicizzare in circa il 20% delle persone immunocompromesse.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che circa 257 milioni di persone hanno l'epatite B cronica a livello globale. Il tasso di letalità è di circa l’1%, con percentuale aumentata nelle persone di età superiore ai 40 anni. Ogni anno sono 600.000 i morti per conseguenze acute o croniche dell’infezione da HBV. 

Vie di trasmissione

Il virus si trasmette per via parenterale tramite sangue (lesioni da aghi infetti, tatuaggi, piercing) o per contatto con i liquidi biologici dei soggetti infetti (latte materno, sperma, secrezioni vaginali). Il rischio di contagio tramite trasfusioni di sangue è ancora presente nei Paesi in via di sviluppo, ma è stato eliminato nei Paesi industrializzati grazie ai controlli effettuati sul sangue donato ed ai successivi processi di manipolazione per distruggere il virus. Altre modalità di trasmissione sono: per via sessuale, per via verticale, dalla madre infetta al figlio durante il parto o per via parenterale indiretta, penetrando nell’organismo attraverso minime lesioni della cute e delle mucose mediante l’utilizzo di oggetti contaminati come spazzolini dentali, forbici, rasoi, in quanto il virus resiste sulle superfici ambientali per almeno 7 giorni.

Segni, sintomi e complicanze

Il periodo di incubazione varia tra 45 e 180 giorni, ma si attesta solitamente tra 60 e 90 giorni. L'infezione da HBV causa un ampio spettro di condizioni epatiche, da uno stato subclinico di portatore ad un'epatite grave o all'insufficienza epatica acuta (epatite fulminante) spesso letale.

La maggior parte dei pazienti ha manifestazioni come: inappetenza, malessere, febbre, nausea e vomito, ittero. I sintomi persistono da poche settimane fino a 6 mesi. Quando durano per più di 6 mesi, l'epatite B diventa cronica e può portare a cirrosi ed epatocarcinoma.

Prevenzione

Come già anticipato, sono soggetti a rischio:

  • I tossicodipendenti

  • Coloro che praticano sesso non protetto

  • Gli operatori sanitari a contatto con persone infette o che lavorano in laboratorio a contatto con l’agente infettivo

  • I contatti familiari e sessuali di persone infette

  • Tutti coloro che si sottopongono a pratiche che prevedono l’uso di aghi e siringhe non sterilizzati (tatuaggi, piercing, manicure, pedicure).

Tra le strategie di prevenzione comportamentale rientrano:

  • L’utilizzo di contraccezione di barriera (preservativo) nei rapporti sessuali a rischio

  • L’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) per gli operatori sanitari

  • L’utilizzo di aghi e siringhe monouso e sterili

Sicuramente, tra i mezzi più efficaci nel prevenire l’infezione rientra la vaccinazione. Il vaccino attualmente in uso, prodotto con tecniche di ingegneria genetica, si è dimostrato sicuro ed efficace nel fornire un’immunità di lunga durata. Nelle regioni a moderata ed alta prevalenza, i/le bambini/e sono quelli più colpiti : l’introduzione del vaccino nel 1982 ha ridotto drasticamente le percentuali di bambini HBV-positivi in tali Paesi, dall’8% all’1%. In Italia, dal 1991 la vaccinazione è obbligatoria per tutti i nuovi nati e, fino al 2003, lo è stata anche per gli adolescenti a 12 anni. Oggi, è fortemente raccomandata per tutti i gruppi di popolazione a maggior rischio d’infezione (tossicodipendenti, conviventi di portatori cronici, personale sanitario, ecc.).

Terapia

Nel trattamento dell’infezione ci si può avvalere della terapia di supporto, dei farmaci antivirali e, nei casi più gravi, del trapianto di fegato.

Gravidanza

Poiché è possibile la trasmissione verticale dalla madre al figlio durante il parto, ai lattanti nati da madri con infezione da HBV, viene somministrata sia una dose iniziale del vaccino, che 0,5 ml di immunoglobuline antivirus B intramuscolare nella coscia subito dopo la nascita.

Fonti / Bibliografia