Varicella

La varicella è un’infezione acuta, sistemica, altamente contagiosa provocata dal virus Varicella-Zoster (Herpes Virus Umano 3) che interessa principalmente l’età pediatrica. Dopo un’incubazione di circa 14 giorni, esordisce con malessere generale e febbre non elevata tipicamente accompagnati da lesioni cutanee (esantema o rash) che evolvono in macule, papule, vescicole e croste. La diagnosi è clinica ed il Medico che effettua la diagnosi deve inviare la notifica di malattia entro le 48 ore successive. Nel caso in cui si necessiti di conferma si può ricorrere ad indagini di laboratorio.

Epidemiologia

La varicella è annoverata tra le malattie esantematiche dell’infanzia che nella maggior parte dei casi colpiscono bambini tra 5 e 10 anni. La malattia si diffonde e trasmette soltanto tra gli esseri umani che risultano essere l’unico serbatoio noto del virus. Il periodo di contagiosità inizia da 1 o 2 giorni prima della comparsa dell’eruzione e persiste fino a che le ultime lesioni comparse abbiano formato la crosta. La varicella viene considerata una malattia molto contagiosa in quanto una persona affetta può a sua volta contagiare altre 12 – 14 persone soprattutto nelle fasi iniziali dell’eruzione cutanea.

L’infezione conferisce un’immunità permanente e per questo è raro che una persona immunocompetente sviluppi la malattia una seconda volta. Ciò nonostante, il virus non viene di norma eliminato dall’organismo infettato ma rimane latente nei gangli delle radici nervose centrali per tutta la vita. Nel 10 – 20 per cento dei casi il virus si riattiva a distanza di anni determinando l’Herpes Zoster ovvero il “fuoco di Sant’Antonio”.

In Italia nell’arco di 10 anni si è assistito ad un dimezzamento dei casi di varicella passando da 180/100.000 casi nel 2003 a 99/100.000 casi nel 2013.

In Europa, nel 2010, il maggior numero di casi si è verificato nei bambini non vaccinati di età inferiore ai 10 anni. In particolare, la distribuzione è stata la seguente: il 3 per cento dei casi aveva un’età inferiore a 1 anno, il 79 per cento aveva 1 – 9 anni d’età, il 10 per cento 10 – 14 anni, il 3 per cento tra i 15 – 19 anni e il 6 per cento un’età maggiore di 20 anni. Il 99,5 per cento dei casi, per i quali era noto lo stato vaccinale, non erano vaccinati.

La riduzione o l’eliminazione del carico delle malattie prevenibili da vaccino è implementata sull’intero territorio nazionale attraverso strategie meglio descritte nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017 – 2019 (PNPV) la cui validità è stata prorogata a tutto il 2021 e che ha visto l’introduzione nel calendario vaccinale anche le vaccinazioni anti-varicella nei nuovi nati e la vaccinazione contro l’Herpes Zoster nei 65enni.

Vie di trasmissione

La trasmissione avviene per via aerea mediante goccioline respiratorie infette emesse durante colpi di tosse o starnuti dall’individuo infetto oppure a seguito di un contatto diretto con le lesioni cutanee da varicella o zoster.

Nel caso l’infezione interessi una donna incinta, il VZV è in grado di attraversare la placenta e contagiare l’embrione o il feto.

Sintomi e complicanze

La varicella ha tipicamente un decorso benigno nei bambini sani che si risolve in 7 – 10 giorni. Il periodo di incubazione si protrae per 2 – 3 settimane dopo il contagio. Prima della comparsa del rash cutaneo possono presentarsi cefalea lieve, febbre modesta e malessere generale. Le papule pruriginose compaiono su testa, tronco, viso ed arti ad ondate successive e per la durata di 3 – 4 giorni. Le lesioni si trasformano successivamente in vescicole, poi pustole e infine in croste destinate a cadere. Tipicamente una persona colpita da varicella presenta da 250 a 500 lesioni, tuttavia può capitare che le lesioni siano talmente poche da far passare la malattia inosservata.

I casi più complessi possono riguardare neonati, adolescenti, adulti e soggetti immunodepressi – ad esempio soggetti affetti da HIV, sottoposti a chemioterapia o in cura con steroidi – che possono essere interessati da: sovrainfezioni batteriche delle lesioni cutanee (che causano cellulite o fascite necrotizzante o shock tossico da streptococco), polmonite (complicanza più comune tra gli adulti), encefalite (infiammazione del tessuto cerebrale), trombocitopenia (diminuzione del numero delle piastrine nel sangue), artrite, epatite, atassia cerebellare (scoordinazione motoria degli arti, difetti oculomotori e difficoltà nell’articolazione della parola), mielite trasversa (danno neuronale al midollo spinale), glomerulonefrite (malattia di natura infiammatoria che interessa i glomeruli renali), sindrome di Reye (rara complicanza che insorge principalmente dopo l’assunzione di aspirina).

Prevenzione

L’infezione nei soggetti sani fornisce un’immunità persistente.

Al fine di proteggere gli individui maggiormente a rischio in caso di infezione si consiglia di evitare il contatto con persone in grado di trasmettere la malattia ed in generale di isolare i pazienti infetti per almeno 5 giorni dalla comparsa delle vescicole.

Il vaccino è costituito da virus vivo e attenuato e viene somministrato in due dosi: la prima a 12 – 15 mesi di età e la seconda a 5 – 6 anni. La maggior parte dei casi di varicella in bambini che hanno ricevuto una sola dose potrebbe essere attribuita ad un fallimento primario della vaccinazione. La vaccinazione è consigliata anche nelle altre fasce d’età o per motivi professionali qualora il soggetto non fosse immunizzato.

La vaccinazione è inoltre consigliata nelle donne in età fertile non vaccinate o che non abbiano contratto la malattia in precedenza, al fine di evitare le gravi conseguenze per la madre ed il bambino in caso di infezione. Si consiglia di evitare una gravidanza nel mese successivo alla vaccinazione.

Per maggiori dettagli sul vaccino contro la varicella si rimanda alla pagina apposita.

Terapia

Generalmente la terapia è esclusivamente sintomatica. Antibiotici ed antisettici possono essere somministrati nel caso si confermata sovrainfezione (che va prevenuta grazie all’igiene personale e lavaggi regolari). Nei casi più a rischio di complicanze – tra cui immunodeficienti, neonati e donne incinte – o di malattia grave si può ricorrere a terapia antivirale con acyclovir oppure alla immunoprofilassi passiva (somministrazione di immunoglobuline per via intramuscolo).

La vaccinazione dei bambini suscettibili può avvenire entro 72 ore e non oltre le 120 ore dall’esposizione per prevenire e modificare significativamente il decorso della malattia.

Gravidanza

Qualora l’infezione venga contratta durante il periodo gestazionale possono verificarsi diverse presentazioni cliniche in base al periodo:

  • Durante i primi due semestri il virus può trasmettersi al feto causando un embriopatia definita “Sindrome della varicella congenita”, nei casi più gravi può indurre malformazioni durante lo sviluppo embrionale quali microcefalia, cataratta, corioretinite e ritardo dello sviluppo.
    Solitamente si sviluppa in caso di primo contatto con il virus da parte della madre.

  • In caso di contatto dopo la ventesima settimana di gestazione i bambini possono sviluppare una varicella asintomatica e herpes zoster nei primi anni di vita.

  • Qualora la madre sviluppi la malattia a ridosso del parto (da cinque giorni prima ai primi giorni dopo il parto) può svilupparsi una forma di varicella del neonato gravata da una mortalità elevata, arrivando al 30 per cento.

Fonti / Bibliografia

1. MSD Manuals - Varicella

2. EpiCentro - Varicella 

3. Ministero della Salute - Varicella 

4. Ministero della Salute -  Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale

5. CDC - Chickenpox (Varicella)

6. EpiCentro - Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) 2017-2019

7. ECDC - Varicella Surveillance Report 2010